Un calabrone in più
Ormai si parla sempre più spesso di specie arrivate da lontano che creano disequilibrio nei nostri ambienti. L’argomento non fa più notizia. Scoiattoli grigi, nutrie, ecc. hanno reso l’intrusione degli alloctoni una “normalità”. Ma è proprio questo il problema.Ciò che è “normale” non suscita troppo la nostra attenzione, ma il danno rimane. Ed ecco che dalla Francia arriva un nuovo Calabrone così detto “Killer” perché la sua unica colpa è quella di mangiare api (già perché “killer” in realtà a tutt’altro significato). Questo nuovo arrivato infatti mangia le stesse cose del suo cugino autoctono, e quindi vespe, mosche e farfalle, ma le api costituiscono la sua principale fonte proteica per nutrire le larve e questo può mettere in pericolo le intere colonie e quindi la produzione di miele. Questo nuovo nemico a cui le api non sanno come reagire rischia di creare un danno economico di 60 milioni l’anno sulla produzione di miele, senza contare il danno sull’ecosistema. Ed ecco che le attenzioni si riaccendono. Questo Calabrone, chiamato più correttamente Calabrone asiatico (Vespa velutina), è stato segnalato in Francia la prima volta nel 2005, ma forse era presente già da prima, e la causa è stata probabilmente un carico merci arrivante dalla Cina. Nel giro di poco si è diffuso nell’area sud-ovest del Paese provocando l’introduzione prima in Spagna e poi in Italia. Arrivato in Liguria e poi in Piemonte, la presenza dell’indesiderato ospite è stata ufficialmente accertata dal Disafa dell’Università di Torino (facoltà di Agraria), nei Comuni di Vicoforte M.vì e Monasterolo Casotto (CN), nel 2013. Ecco che nasce allora la necessità di capire la sua prossima diffusione per proteggere e preservare le colonie di api.
Il calabrone asiatico ha una dimensione fino a 30 mm le regine e fino a 25 mm le operaie, è leggermente più piccolo del nostro calabrone (Vespa crabro) ed è riconoscibile per il colore molto scuro: il torace è completamente nero vellutato, così come i primi tre segmenti addominali che presentano solo una fine banda gialla. Solo il quarto segmento dell’addome è giallo-arancio. La testa e le parti prossimali degli arti sono anche neri, mentre sono giallo-arancio la faccia e le estremità degli arti. La Vespa velutina forma grandi colonie di centinaia fino a migliaia di individui su alberi alti in ambiente rurale e urbano, ma evita i boschi di conifere. Meno frequentemente può sfruttare il riparo di balconi e cornicioni ma sono molto rari i nidi nei muri o al suolo (Perrard et al., 2009).
La predazione avviene normalmente di fronte al predellino di volo degli alveari, dove il calabrone asiatico resta in volo stazionario in attesa delle api. Le vittime vengono atterrate, uccise con le mandibole e solo il torace, ricco di proteine, viene trasportato nel nido. Può capitare che i calabroni tentino di introdursi dentro gli alveari. Bisogna sottolineare che la predazione ha effetti gravi principalmente a carico delle colonie deboli.
Il monitoraggio della specie è fondamentale per il suo contrasto ed è importante che gli apicoltori sappiano riconoscere l’insetto predatore e lo segnalino alle autorità affinché i nidi siano individuati e distrutti il più precocemente possibile.
Per segnalazioni in merito a nuovi ritrovamenti e per conferme/verifiche di riconoscimento della specie è possibile fare riferimento all’unità di ricerca in Apicoltura del Disafa e l’annesso Osservatorio di Apicoltura dell’Università di Torino:
Stefano Demichelis, tel. 011 670 8678, stefano.demichelis@unito.it
Aulo Manino, tel 011 670 8669, aulo.manino@unito.it
Marco Porporato, tel. 011 670 8584, marco.porporato@unito.it
Bibliografia e Foto:
- http://www.aspromiele.it/index.php/archivio-prima-pagina/20039-varie/20536-vespa-velutina-per-la-prima-volta-documentata-la-riproduzione-in-italia-?tmpl=component&print=1&page=
- http://www.aspromiele.it/images/stories/sito/documenti/lastampacuneo11-10-2013.jpg
- http://www.naturamediterraneo.com/forum/topic.asp?TOPIC_ID=129753