Buone norme dell’escursionismo
26 Giugno 2016
Queste strane stagioni alterano i cicli vitali di piante ed animali le primule a dicembre ne sono un esempio lampante. Ma ci sono specie meno carine che subiscono questi cambiamenti. In questi giorni, con questo caldo, sta aumentando il numero di zecche presenti in ambiti più o meno naturali.
Buona norma per l’escursionista è sempre stato quello di controllarsi da eventuali punture o morsi di animali. Forse però in questo periodo è meglio farci particolare attenzione.
Le zecche sono artropodi appartenenti alla classe degli aracnidi, ordine degli acari. Sono ectoparassiti ed ematofagi obbligati: questo significa che per completare il proprio sviluppo e il ciclo riproduttivo, necessitano di pasti di sangue che effettuano rimanendo sulla cute dell’ospite. Le dimensioni di questi parassiti variano da pochi millimetri a circa 1 centimetro, a seconda della fase di sviluppo e della specie.
Il corpo è tondeggiante e il capo, non distinguibile dal corpo, è munito di un apparato boccale detto rostro in grado di penetrare la cute e succhiare il sangue. Tale apparato quando il parassita è attaccato all’ospite si posiziona quasi fosse “un’ancora” così da non facilitarne il distacco.
Ecco che vi forniamo allora qualche indicazione sul cosa fare in caso di “incontro” con una zecca, ma soprattutto cosa NON fare.
Partiamo da cosa evitare. Sarebbe meglio non utilizzare olio, aceto, fonti di calore o gelo, benzina o qualsiasi cosa che porti alla morte del parassita. Questo perchè la zecca, morendo, potrebbe effettuare un ultimo rigurgito, fonte di eventuali agenti patogeni.
Al contrario è consigliabile utilizzare delle pinzette piatte (tipo quelle da sopraciglia) o quelle appositamente per zecca (vd foto) e tirare leggermente effettuando una rotazione di 180° per “sganciare” l’apparato boccale. Si consiglia di disinfettare la parte lesa ed un eventuale controllo medico.